Interazione e Community

Quando lo sport è diventato showbiz, show e business, il suo linguaggio è mutato. Radicalmente.
In una progressione esponenziale, si è passati dallo storico “Processo del Lunedì” del compianto Aldo Biscardi, alla BoboTV.

Il potere dell’intrattenimento, la sua capacità di coinvolgere lo spettatore, trasformandolo in cliente non solo del biglietto dell’incontro ma di tutta una serie di servizi, non è mai diminuito. Il progresso tecnologico ha contribuito a legare e collegare il cliente, al suo prodotto di riferimento. Lo sport, più di ogni altro bene sul mercato, ha una forte connotazione emotiva. La possibilità di creare comunità attive e passionali ha generato nuove possibilità di marketing.

L’idea che lo sport, il futsal tra i tanti, possa essere consumato ancora solo a livello passivo, è l’anacronismo principe del ventesimo e ventunesimo secolo. L’aveva compreso anche quella vecchia volpe dello tubo catodico di Biscardi. Le sue telefonate in studio di quel dirigente o presidente, erano l’interazione con l’esterno che permetteva al pubblico di sentirsi partecipe.

Il salto tecnologico ha portato sugli schermi di tutti quelli che non dormono in una caverna afghana, la BoboTV. Ha concesso all’utente e sottoscrittore di partecipare, d’essere coinvolto. Attenzione, non vengono usati, gli spettatori e utenti, per nascondersi dietro ad affermazioni di altri. Non solo un paravento. Sono una sorta di gettone, indispensabile ad alimentare lo show.

Altro “meta” di Twitch in costante crescita in Italia, è quello delle partite commentate senza che siano mostrate in video.

Meta. Probabilmente è necessario rappresentare in maniera adeguata questa parola. Per “meta” si intende, quella tendenza, quella strategia di successo che viene adottata tanto da modificare il panorama di riferimento. Meta è una parola mutuata dal gaming, qualcuno sostiene sia l’acronimo di Most Effective Tactics Available.

Un meta di Twitch sono da esempio le “pool streamers”, quelle donnine che in bikini in una piscinetta gonfiabile si scrivono i nomi degli utenti che s’abbonano al canale, addosso, usando un pennarello. Forse ho ridotto il meta all’osso, ma ora avete una idea.

Tornando allo sport.
Couch Commentators, commentatori da divano. Rappresenta il meta principale al momento, in ambito sportivo. Arrivati dagli Stati Uniti, fatti diventare mainstream dalla NBA. Nella sua bolla durante il primo lockdown, la National Basket Association, aveva messo a bordo campo enormi schermi. Sui quali comparivano tifosi più o meno famosi, seduti sul divano della loro casa. Il meta è sbarcato per primo in Spagna. Gli iberici sono attentissimi alle nuove tendenze.

Arrivato poi anche in Italia. MilanTV, InterTV e JuventusTV, sono canali ufficiali che offrono questo tipo d’intrattenimento. Ma a decine, gli streamer italiani anche rilevanti, si sono gettati a capofitto in questo meta. Calcio e Tifosi. Un binomio di sicuro successo nel Bel Paese. La comunità digitale è servita quindi, da volano per aggiungere valore ad un prodotto dal costo risibile ma capace di generare alti profitti.

Così alti, che ESPN ha deciso di capitalizzare il meta, con un twist. Ha preso i fratelli Manning, Peyton ed Eli. Li ha messi a commentare su un canale parallelo al Monday Night, la partita di football americano del lunedì sera. Si tratta di due tra i quarterback (regista offensivo per il calciofilo medio) più noti e di maggior successo. La loro conoscenza del gioco offre allo spettatore accesso, ad un livello di conoscenza che prima gli era precluso. I clienti di ESPN sono così catapultati sul divano di Peyton ed Eli, che chiamano dei loro ex compagni, giocatori in attività ma in bye-week, per trascorrere qualche minuto come al bar. a A raccontare la partita senza il gesso dei luoghi comuni.

Manningcast è simbolo, l’ultimo in ordine di tempo, di come il racconto sportivo, debba evolversi. Se vuole catturare o anche semplicemente mantenere, un coinvolgimento del pubblico che soddisfi le aziende che sponsorizzano la disciplina.
Non inganniamoci, senza il denaro degli sponsor, dei presidenti, nessuno sport può sopravvivere a se stesso, ad un livello tale da essere considerato professionismo.

Uno sport che ha bisogno d’emergere, dovrebbe intercettare i meta. Essere attento a quelle tendenze del mercato dell’intrattenimento che mutano lo scenario del prodotto audiovisivo. Essere ancora ingessati sulla retorica della famiglia, di ogni partita è una finale, rende stagnante l’ambiente della disciplina. Proporre i sondaggi con le emoticon per creare reaction è come essere ancora fermi all’intervista doppia delle Iene.

C’è chi è sedimentato intorno alla pagella di Ziliani, chi prova ad imitare il racconto della partita che fanno i ragazzi di La Giornata Tipo. Il primo è materiale per la paleobiologia, il secondo prova clonare la pecora dolly e si ritrova tra le mani un ramarro. Gli Autogol fanno un deepfake di BoboTV, c’è chi crea uno show con un costrutto digitale (Metahuman) chi propone la Porche Cup digitale. Voi, fate ancora i sondaggini con i cuoricini.

Volevo raccontarvi del mercato della Volta League, di come è nata una community, su quanto costa anche in termini di tempo coltivarla e tenerla unita. Di eSport, di pandemia e di prodotti da consumare stando vicini anche se siamo fisicamente lontani.

Di messaggi che iniziano “ho comprato un oculus quest 2, dobbiamo fare qualcosa in VR” e finiscono a parlare di AI e voice over. Le storie di uomini e di donne, sono composte di parole. Le parole prendono spesso vie diverse, da quelle che ho immaginato all’inizio. Quando vi chiedete: “come mai il vostro sport non lo conosce nessuno”, provate a darvi la risposta che vi provoca più fastidio. Probabilmente è quella giusta.
 

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