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Il futsal in Italia è quella disciplina che subisce le innovazioni, in balia di umori più che di legislazioni. Accade così che il primo gennaio 2023 entrerà ufficialmente a far parte dell’ordinamento la disciplina lavoristica che ha ad oggetto la definizione del lavoratore sportivo e la disciplina dell’attività di lavoro sportivo.

Pubblicato il Gazzetta Ufficiale, il decreto correttivo alla “riforma dello Sport”, questa rivoluzione copernicana non subirà alcun ritardo ulteriore. Con buona pace di quei presidenti e in genere attori in molti sport, ancora ancorati alla figura del padre e padrone.

Tutto questo mentre nel fuSTal, alcuni presidenti di Serie A provano a tenere ancora in ostaggio, il nuovo contratto che regola il rapporto tra società e appunto i suoi dipendenti principali: i giocatori.

Ostaggio di una convoluta e perversa logica che li vede aggrappati alla questione dei premi da riconoscere ai giocatori. Millantando una tesi per la quale, l’inclusione dei detti premi in un contratto li porrebbe in una situazione di svantaggio tra le parti.

Ignari all’apparenza almeno, di quello che accadrà da qui a pochi mesi ormai. Perché dal primo gennaio, il calcetto che in tanti difendono pur proclamando pubblicamente di aspirare al professionismo, cesserà di fatto di esistere.

Cambierà la forma delle società dilettantistiche, la figura del lavoratore sportivo e il suo contratto diverranno strumenti simili a quelli già in uso in molte altre categorie di lavoratori. Oneri e disciplina legislativa renderanno le acque del futsal meno torbide da navigare.

Di fatto il contratto dei calciatori dilettanti di futsal, diventa un contratto da professionisti, come è un professionista qualsiasi lavoratore che esercita una mansione per la quale viene corrisposta una retribuzione. Spalancando le porte a tutte quelle dinamiche usuali nei rapporti di lavoro più convenzionali.

C’è una seconda data però destinata a scuotere l’ambito dello sport dilettantistico. Il 31 Luglio 2023, termina l’esistenza del Vincolo Sportivo, per come lo conosciamo ora. Norma, quella del vincolo sportivo, intorno alla quale per troppo tempo s’è combattuta una battaglia per difendere una norma retrograda.

Cartellino, vincolo. Firme a caso, blocchi e prigionieri più che di una fede. d’un pezzo di carta siglato con troppa leggerezza. Cosa e come cambierà la disciplina, lo scopriremo spero in un tempo ragionevole.

Nel futsal però spesso gli attori cambiano così rapidamente da rendere difficile qualsiasi concerto o condivisione d’un percorso. I presidenti che oggi si siedono al tavolo con la governance di questa disciplina non erano gli stessi di tre anni fa. Non saranno li, tra tre anni.

Perché per molti, forse per troppi, il futsal è un hobby. Qualcosa che non può richiedere l’impegno di una professione. Insomma a loro sta bene un calcetto, senza troppe scocciature. Non si tratta solo di sostenibilità di uno sport.

Piuttosto di un ambiente che ha coccolato e coltivano, il mecenate di turno alla ricerca d’un posto al sole per qualche tempo, d’un briciolo di facile notorietà. In un eterno riciclare di dinamiche già viste. Sostenuti allora dagli stessi correi che festeggiano i nuovi arrivati.

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