Il centrale brasiliano Sacon, realizza sei reti nelle sei partite di playoff che portano l’Olimpus Roma fino alla decisiva gara persa contro la Feldi Eboli. Lo scudetto si ferma nella cittadina campana ma il ragazzo con indosso la maglia numero 89 per sei mesi ha difeso i colori della squadra romana è soddisfatto delle sue prestazioni. Crede che lo siano anche i suoi dirigenti.
Venti partite, undici reti. Un bottino rispettabile avrà pensato il giocatore brasiliano. Non abbastanza da garantirgli un rinnovo del contratto, la direzione tecnica del club prende altre strade. Matheus Sacon lo apprende però dai compagni di squadra che seguendo una diretta social, nei giorni successivi alla finale scudetto, dalla voce dell’allenatore Daniele D’Orto ascoltano la notizia.
Lo stesso giocatore è cosciente che le squadre hanno il diritto di compiere le proprie scelte tecniche, rimarcando però quanto abbia percepito la modalità con la quale è stata gestita la sua vicenda personale e sportiva come irrispettosa nei suoi confronti. Non solo sotto il profilo strettamente professionale, quanto e soprattutto dal punto di vista umano.
Stando alla ricostruzione degli eventi dello stesso Sacon, dopo aver contattato la dirigenza sono state necessarie ulteriori 24 ore prima di ottenere un incontro chiarificatore. Una volta definito che il suo futuro professionale sarebbe stato lontano da Roma, il giocatore ha condiviso sui social l’intera vicenda.
In suo soccorso sono arrivati estimatori, amici ma anche giocatori come Neto, campione del mondo nel 2012 e il centrale Valdin. Tutti molto critici circa l’attitudine dell’Olimpus Roma e più in generale circa l’ambiente del futsal italiano.