Giallo

Tutta la differenza tra Catania e AEK Atene è stata una semplice ammonizione. Proprio quel cartellino giallo ha permesso ai greci di superare il Main Round della UEFA Futsal Champions League, lasciando fuori gli etnei. I due volte campioni d’Italia, abituati a sollevare trofei sul suolo patrio, si fermano così al primo vero ostacolo.

Parlare di regolamenti non è mai entusiasmante, ma trasformare la classifica del fair play e quindi il numero di ammonizioni ricevute in un presunto complotto ai danni degli etnei è davvero eccessivo. Lasciamo da parte le teorie complottiste e concentriamoci sul risultato sportivo, o meglio, sulla narrazione che ne deriva.

Per settimane, mesi, anni abbiamo letto della crescita del futsal in Italia: sponsor internazionali, crescente interesse, pubblico in aumento, qualità del prodotto in ascesa. Eppure, uscire da una competizione europea per un solo cartellino giallo in più suona quasi come una beffa.

Quanto deve essere dominante il futsal greco da eliminare i campioni d’Italia? Perché dovrebbero essere una potenza in questa disciplina? La risposta è semplice: non lo sono. Nel 2019, l’AEK Atene non riusciva nemmeno a superare il turno preliminare della UEFA Futsal Champions League, quello con squadre di città che sembrano più incroci che centri abitati. Quella di quest’anno era la loro prima partecipazione assoluta al Main Round. Ripeto: la prima partecipazione assoluta.

L’AEK Atene è una polisportiva, la cui sezione di futsal è nata dalla recente acquisizione di un club molto più piccolo. Non è certo il Barcellona.

È davvero possibile che una squadra così riesca a eliminare i campioni d’Italia – due volte campioni d’Italia – per un solo cartellino giallo? Non dovrebbe il movimento italiano sentirsi mortificato dal dover giustificare l’eliminazione dei propri campioni con fantasiosi complotti sui cartellini? Non dovrebbe la migliore squadra di un campionato così competitivo e tecnicamente accattivante, capace di attirare platee oceaniche e ribalte televisive, sbarazzarsi facilmente di una squadra greca?

La geopolitica del futsal, anche se diversa da quella del calcio, relega la Grecia ai margini dell’impero, forse anche un po’ oltre il confine.

La differenza tra promozione e propaganda è tutta qui. La propaganda ignora i fatti per sventolare il nemico di turno, colpevole dei mali della disciplina e dei suoi insuccessi. In questo caso, i cartellini gialli affibbiati da arbitri arrivati sulle pendici di uno dei vulcani più attivi d’Europa per favorire l’AEK Atene in una partita di futsal. Fosse stato fuSTal… certo, i poteri forti della Grecia dei Colonnelli… ah no, era oltre cinquant’anni fa.

Ora mi raccomando: restate sintonizzati per il grande spettacolo del futsal, quello nel quale vi tocca anche contare i cartellini gialli, perché battere una squadra greca, per ora, non se ne parla.

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