Lasciando gli spalti di questa finale scudetto femminile ho subito realizzato che queste ragazze non guadagnano abbastanza (quando i presidenti poi le pagano davvero) perché possa scrivere davvero cosa penso. È la notorietà la chiave d’un certo tipo di critica. Di quella che non scrive “è stato un viaggio magnifico…” perché immagino che anche per i passeggeri del Titanic è stato un viaggio magnifico. Almeno fino a quando non si sono schiantati contro un iceberg.
Così come ho avuto poco rispetto umano e sportivo, con me anche la maggioranza dei tifosi del PSG, per Hakimi che non festeggia il gol all’Inter in finale di Champions perché ha giocato un anno, ripeto una stagione, per l’Inter, ritengo che Ana abbia tutto il diritto di festeggiare con tutto l’entusiasmo un gol che ha svoltato la finale.
Così come i tifosi della sua ex squadra sono liberissimi di coprirla d’insulti dagli spalti. È così che funziona, nello sport vero.
Quest’anno come Linea Laterale abbiamo scelto di sederci tra i tifosi, per viverla con loro, per raccontare questo sport insieme a quelli che hanno davvero macinato chilometri per squagliarsi dentro un palazzetto con un tasso d’umidità che la foresta amazzonica è un posto secco come il Kalahari.
Un popolo fatto di famiglie e soprattutto di padri con figlie femminile al seguito, spesso multiple copie. Avrebbero voluto un maschio forse con il quale condividere “la passione per il pallone” ma s’adattano a queste vocine che lo chiamano “papà” con una tonalità decisamente alta.
Il palazzetto pieno, almeno una volta l’anno. A vederlo così resta difficile spiegarsi il perché s’è rinunciato alla “serie” per il futsal femminile italiano, optando per la finale in gara unica. Se fosse davvero una scelta intelligente l’avrebbero applicata prima nel maschile…e invece… Ci sono già così poche partite decenti durante una stagione, tagliamo le migliori, chapeau.
Come avevo scritto, questo è un semplice lunedì. Uno di Norris che spiaccica la sua McLaren cercando di passare Piastri dove non c’è proprio spazio. Fatto di notizie più importanti di quella finale, come l’intossicazione alimentare della Salernitana impegnata nel playoff per mantenere la Serie B.
Ora per il calcetto italiano è di nuovo tempo di “rumors”, di squadre che spariscono, di debiti con i giocatori che non saranno mai ottemperati a meno d’un ricorso e anche lì… Sebbene non comprenda chi sostiene: “pago (poco ndr) regolarmente e non vinco perché c’è chi promette e non paga…”, questa è diventata una tendenza sospettosamente frequente nel femminile addirittura endemica.
Ho una ultima domanda. Le prossime liberatorie per le iscrizioni saranno come al solito un foglio firmato senza alcun riscontro oggettivo, vero? È una domanda retorica, per i più distratti. Ragazze, quando firmerete quei documenti, perdete ogni diritto a lamentarvi e diventate parte del problema.
Buona Fortuna Futsal.