Il colpo di biliardo di Federica

Il Pescara femminile di futsal è in finale scudetto.
Accade mentre l’Italia guidata da Luciano Spallette becca tre pere dalla Norvegia. Se pensate che questa mattina uno dei tre quotidiani sportivi abbia aperto con la vittoria di Sinner che grantisce al numero uno italiano al mondo l’accesso alla finale del più prestigioso torneo di tennis su terra rossa, allora vivete sul pianeta Rosso. Marte.

Certe imprese sportive contano per chi c’era. Per chi era lì.
Appartengono anche a chi ha avuto il coraggio, quello tipico del tifoso, di credere che la squadra d’inizio stagione potesse arrivare ad una finale scudetto. Che quel Pescara preso a pallonate in semifinale di Coppa Italia potesse risolvere partite d’autorità e liquidare i suoi avversari così.

Ho osservato questa serie in attesa del momento del crollo delle biancoazzurre. Di quell’istante di difficoltà che le ha paralizzate in passato, neutralizzando il tasso tecnico e la conoscenza tattica di una squadra che conta l’attuale capitano della nazionale brasiliana, l’attuale e il precedente capitano di quella italiana.

Sono rimasto in attesa dell’ennesima bordata da fuori di Federica (Belli) che becca un palo oppure scortica una delle installazioni pubblicitarie. Invece lei sfodera due colpi da biliardo e due gol che spezzano la resistenza più nervosa che tecnica delle avversarie.

M’aspettavo di vederle perdere ogni contrasto e invece mettono su 6 falli in 14 minuti di futsal, ringhiano su ogni pallone e su ogni linea di passaggio. Subiscono due ripartenze perché Jessika (Manieri) è la meno caparbia sui contrasti e il suo lungo calvario per il ginocchio la scusa, almeno in parte.

Senza Nathalia (Rozo) a saltare l’uomo ci pensa Ersilia (D’Incecco) improbabile goleador nei momenti che contano e quando urla a Taty di prestare attenzione alla posizione mentre difende il portiere di movimento lo fa con tanta veemenza che le campane delle chiese vicine suonano.

Il Francavilla si batte e combatte. Sembra però non averne abbastanza di energia nelle gambe per reggere il ritmo, quel ritmo. Prova a tenersi aggrappato all’incontro ma non accorcia mai oltre i due gol di svantaggio. Perde poi due giocatori titolari espulsi e lì la partita perde ogni senso agonistico. Nel Francavilla, la differenza tra chi siede abitualmente in panchina e di chi gioca stabilmente è abissale.

Se vi dicessi però che quel risultato è più importante della risibile prestazione del trio difensivo Bastoni-Coppola-Di Lorenzo, mentirei. Danneggiando una disciplina, come quella del futsal che ha bisogno di trovare la sua dimensione, il suo spazio senza raccontarsi più importante, più “grande” di quello che è.

Ieri c’erano spalti (almeno il lato a favore di telecamera) gremiti per questo Pescara – Francavilla. Molti però erano giocatori locali, ex giocatori, amici, familiari. Dovrebbe essere abbastanza, così. Senza il bisogno, non accade qui e non oggi, ma in un altroquando onirico che si racconti di ultras in trasferta, di folle oceaniche. Fino sbandierare 1000 spettatori come se fossero 10 mila, perché poi è un attimo e vi racconto dei 12,324 spettatori presenti al Davon Stadium di Oklahoma City per gara 3 delle World Series di Softball NCAA che hanno regalato il primo titolo all’Università del Texas. Ieri, sei giugno anno del signore 2025.

Non ne sapevate nulla vero?
Ecco. È esattamente questo il punto.

Good luck, girls.

P.S.
Oggi il Pescara si gioca la B, all’Adriatico (che Cornacchia lo chiamano solo gli occasionali) contro la Ternana. Qui e oggi è l’unica cosa che conta.

Total
0
Shares
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Related Posts