Le stagioni del futsal s’assomigliano un po’ tutte. Non è che questo sia un bene ma non rappresenta nemmeno il male assoluto. Ci sono elementi che rappresentano ormai capisaldi della narrativa di questo strano pallone tricolore che rimbalza poco.
Uno dei cardini fondamentali è rappresentato da quelle squadra, soprattutto nella Serie A femminile, che nel giro di qualche mese passano dall’euforia per una qualificazione alla Final Eight di Coppa Italia alla lotta per non retrocedere. Se c’è qualcosa di vero nel progetto della Divisione Calcio a 5 di ridurre a 12 il numero delle squadre in A femminile, tanto vale portarle tutte alla “grande festa del calcio a 5 femminile”. Lasciare solo 4 squadre fuori dall’happening sarebbe un delitto e così tutte potrebbero aver “salvato la stagione”.
C’è anche un caposaldo fisso. La retrocessione anticipata d’una squadra. Così anticipata da far scattare anche il retropensiero su chi sarà la prossima a patto però di capire quali squadre pur ottenendo la promozione avranno il denaro necessario a non fare la figura delle gitanti nella massima divisione.
In palio l’inutile e del tutto fumoso titolo di “vincitore della regular season” che vale esattamente come la coppa di plastica del torneo organizzato ad arte per vincerlo. Importante per chi è cosciente di non avere abbastanza benzina nel suo serbatoio sportivo per vincere lo scudetto. Importante per quelli che se non appaiono, scompaiono…ovviamente.
A proposito d’apparire. Abbiamo notizie degli ascolti su Sky Sport del futsal maschile, ad esempio il giorno in cui c’era Inter – Barcellona, semifinale di Champions League di calcio, maschile. Per verificare anche questa grande capacità tutta del futsal tricolore d’attrarre tifosi, che almeno a parole sembra superare quella della UEFA.
In quel di Le Mans, in occasione di Sporting Lisbona – Palma Futsal, si poteva distinguere lo stridere degli scarpini dei giocatori sul parquet. Quella era una partita, bellissima, di UEFA Futsal Champions League. Non c’era nessuno nell’arena, a parte gli addetti ai lavori e i familiari, nemmeno quelli troppo numerosi.
L’eco del successo del pubblico del futsal è più simile a una foto di Curiosity.
Si potrebbe adottare la soluzione scelta da chi ha lo spettacolo come stella polare, la Kings League. Evento ristretto ai VIP (che il futsal italiano non ha vero…) spalti piccolissimi, tenuti al buio, pensato esclusivamente per essere trasmesso. Tutti nello stesso posto così si risparmiano anche i costi. Provocazione a parte, la Kings League ha come scopo primario capitalizzare. Per guadagnare la prima regola è quella di contenere i costi.
L’organo di governo dell’italico calcio a 5 invece cosa fa? Si rimangia la Riforma Bergamini, torna allo straniero libero per tutti e copre la marcia indietro, con un paio di fumose definizioni. Tanto da doverle poi spiegare in un vademecum. Il futsal maschile gioverà sicuramente d’un nuovo massiccio influsso di giovani di belle speranze dagli angolo più remoti del pianeta.
Non ci sarà bisogno di ravanare tra le lapidi per trovare degli improbabili antenati, diciamo che non sarà più fondamentale come ricerca.
Se con il “senno del poi” sono tutti bravissimi è altrettanto vero che prendere decisioni ignorando i dati non è solo una questione di pervicace ignoranza, si tratta di malafede. Continuare a ripetere che “va tutto bene” non renderà migliori le condizioni di una disciplina che da almeno 10 anni è in una stagnante recessione.
Prima fu il Padel, poi venne la Kings League…
Buona Fortuna, Futsal.