Le dichiarazioni della vigilia

“Abbiamo passato momenti difficili, circa 89 minuti”. Così Wojciech Szczesny nel dopo partita ha commentato la prestazione della sua squadra nella partita vinta per 1-0 contro la Fiorentina. Il portiere polacco è diventato così il più richiesto nelle interviste, perché mai banale, ironico e pungente tanto da non risultare noioso. Serie A, calcio a 11 maschile, 2023.

Nel futsal nostrano che tende ad imitare gli aspetti peggiori del cugino più grande, il calcio, eccovi una carrellata in ordine rigorosamente sparso delle dichiarazioni alla vigilia di un turno qualsiasi di campionato.

“…daremo il massimo”
“…non sottovalutiamo (nome dell’avversario)”
“…opportunità di crescita”
“…conta il collettivo”

Non ho riportato gli autori e le autrici di queste dichiarazioni, di proposito. Sono infatti perfettamente sovrapponibili a qualsiasi giocatore, squadra, dirigente, passante occasionale nel calcio a cinque italiano. Se questi sono gli strumenti per destare l’interesse degli appassionati tanto vale spacciare la camomilla per metanfetamina all’ingresso dei palazzetti.

Impegnarsi al massimo. C’è qualche giocatore che scende in campo per passeggiare, rifilandosi ogni tanto una grattatina riflessiva e contemplativa? Alcune giocatrici di calcio a cinque non lesinano l’impegno nemmeno quando non vengono pagate da mesi. Continuano a battersi come quegli operai che lavorano anche quando l’azienda li tiene senza stipendio.

Non sottovalutiamo l’avversario. È una delle più grandi menzogne sportive di sempre. Zero punti in classifica, una media di cinque gol subiti a partita e sarebbe una avversaria temibile un una squadra che veleggia quasi a punteggio pieno?

Opportunità di crescita. Di solito dopo una sconfitta, molto spesso una imbarcata clamorosa. Un giorno sarà chiaro a tutti cosa s’impara dall’essere presi a pallonate, a parte l’abilità di scansarsi per non prenderne qualcuna in piena faccia. Dalle sconfitte e dalle vittoria non s’impara nulla. S’apprende quando esiste la volontà di migliorarsi, indipendentemente dalle condizioni del momento.

Conta il collettivo. Un collettivo scarso, povero tecnicamente, conta esattamente per quello che è: scarso. L’illusione che un numero pari di giocatori poco abili, possa battere con il gioco collettivo, un pari numero di giocatori più dotati tecnicamente è una menzogna. La favola del Leicester di Ranieri è stata costruita da giocatori di talento che poi sono approdati in squadre più importanti: Kanté al Chelsea e Mahrez al Manchester City, i primi due che mi tornano alla mente.

Certe dichiarazioni sono così ossidate nel tessuto del racconto sportivo che ChatGPT le imita alla perfezione tanto che i destinatari nemmeno si sono accorti che fossero state prodotte da un LLM, quando le hanno ricevute come risposta alle loro domande.

Una volta nei cimiteri il calcio a 5 cercava solo improbabili avi con i quali naturalizzare giocatori, ora invece esuma anche le domande e le risposte d’un calcio che è morto già da un po’. La risposta a questa letargia comunicativa il calcio in Italia prova a trovarla con Ultimo Uomo, Rivista 11, Rimet, Contrasti. Il calcio a 5 preferisce restare ancorato al “una partita alla volta”. Davvero? Pensavo ne giocassero due alla volta.

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